Primo al Pigneto è un ristorante gustoso e raffinato ma comunque eclettico, e quindi adatto per ospitare diversi tipi di avventori, dalla coppia in cerca di una cena romantica e sfiziosa alla comitiva di amici in cerca di buon cibo e buon vino.
Tra gli altri non è raro accogliere cene aziendali o di lavoro tra professionisti, non solo romani.
Soprattutto tra gli ospiti che si trovano a Roma per un viaggio di piacere o di lavoro accade quindi che una cena del genere in un ristorante romano sia l’occasione giusta per assaggiare – finalmente – dell’autentico vino di origine laziale.
Il paradosso è che nella maggior parte dei casi a Roma è abbastanza difficile bere vino laziale davvero buono, soprattutto perché il mercato ha lasciato attecchire un gusto particolarmente devoto per vitigni di origine diversa tendendo invece ad isolare e a mettere in ombra la circolazione del vino autoctono di buona fattura (e contemporaneamente inondando il mercato basso del consumo di vino con quel pessimo ‘vino de’ li Castelli‘ che si può trovare in certe ‘fraschette’ scadenti, o anche nei fiaschi formato famiglia che pullulano nei supermercati).
Eppure la fama del ‘vino de’ li Castelli‘ è ancora ben salda nelle altre regioni d’Italia, fama che però rischia sempre di venir logorata dalle pessime bottiglie che talvolta vengono offerte, anche nei ristoranti tradizionali, in risposta a richieste del genere.
Questo rischio naturalmente non si verifica da Primo, dove il sommelier Massimo Terzulli ha ovviamente selezionato una proposta davvero completa per tutti gli intenditori che abbiano voglia di attraversare l’Italia (e non solo!) apprezzandone i diversi vitigni, a seconda del gusto e dell’esigenza contingente della serata.
Nell’ampia carta dei vini trovano quindi posto anche alcuni vini laziali senz’altro notevoli, tra cui ve ne sono alcuni che possono davvero accontentare la curiosità del forestiero in cerca del sapore autentico di alcuni dei più tipici vitigni della regione.
In quest’ottica si vuole segnalare un vino decisamente valido ed adatto alla maggior parte dei palati, il Capolemole di Marco Carpineti che da Primo viene offerto nell’ottima annata 2013.
Carpineti lavora e produce a Cori, nella zona di origine dell’antica popolazione dei Volsci, dove la tradizione della vinificazione risale letteralmente alla notte dei tempi.
Il Capolemole viene fatto con uve coltivate nell’appezzamento storico di Carpineti, non lontano dalla cantina. Qui vengono alternati tre vitigni, il nero buono di Cori, il cesanese e il montepulciano.
Da questi viene quindi ottenuto un vino morbido con sorso pieno, dal sapore strutturato e composto che ben si adatta dalla degustazione da parte di avventori dai gusti più disparati, che troveranno nel Capolemole un punto di riferimento per il palato nel corso della cena.
E’ un vino che propone una buona trama tannica e un sapore sicuramente corposo, che risulta balsamico e leggermente speziato quando lascia sentori di liquerizia e frutti di bosco, apprezzabili tanto nel naso quanto in bocca.
Proprio per il suo gusto strutturato il Capolemole è davvero un vino per tutte le stagioni; anche se sicuramente la sua gradazione lo lascia preferire per le serate settembrine ed autunnali, per le coppie in cerca di calore come per le comitive di amici o colleghi in cerca di un vino franco, piacevole ed adattissimo per attraversare la cena senza intralci, favorendo la conversazione con la sua presenza forte ma discreta.
Pur essendo abbastanza versatile il Capolemole è da preferirsi in abbinamento sui secondi piatti di carne rossa più strutturati o speziati, che siano arrosto o grigliati.